La comunicazione efficace in azienda come conversazione tra persone

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Come comunicare oggi in azienda efficacemente.

Come deve essere la comunicazione in azienda per essere efficace sia all’interno che verso l’esterno? Partiamo analizzando il Cluetrain manifesto che è secondo me una buona guida per quanto riguarda la comunicazione efficace aziendale moderna. La tesi numero uno del Cluetrain  Manifesto è la seguente:

“I mercati sono conversazioni.”

Per definizione la conversazione è un’ interazione verbale che presuppone cooperazione tra i partecipanti.

Se i mercati moderni  sono conversazioni la forma di comunicazione tra gli attori del mercato, cioè i fornitori di servizi/prodotti e i clienti che ne usufruiscono, non può più essere dall’alto verso il basso. La comunicazione nel passato, prima dell’avvento del web era dominata da gerarchia e comando. Quella odierna dovrà essere orizzontale, tra pari orientata dai concetti di partecipazione e condivisione.

Il linguaggio della condivisione, anche aziendale, sta trovando sempre più la sua casa nel web dove le persone possono informarsi e informare i loro pari. Gli “altri” sul web diventano creatori di contenuti sulle loro esperienze di consumatori, esaltano il loro essere umani che fanno esperienze.

Il web come spazio di condivisione.

Il web come insieme di motori di ricerca, social network e app rende l’esperienza soggettiva di un contenuto esperienziale  possibilmente condivisibile con tutte le persone che popolano la rete.

Un contenuto esperienziale inteso come prodotto o esperienza di vita diventa vivibile e fruibile da tuttidiventa un ottimo esempio di comunicazione efficace soprattutto se parla di una azienda o di un prodotto.

Il web diventa un Panopticon di Benthamina memoria in cui tutti sono allo stesso tempo osservatori della loro interiorità e di quella altrui e possono condividerla e confrontarla.

In questo gioco di specchi in cui l’osservatore e l’osservato sfumano l’uno nei confini dell’altro, la conversazione sulla rete si allarga dagli esseri umani anche alle aziende che dialogano con questi nella veste di consumatori. Unica controindicazione di tale processo: la conversazione rischia di snaturarsi dentro e fuori il web.

Come mantenere la conversazione e la comunicazione efficace?

La conversazione per rimanere tale deve comunque restare funzionale allo scopo di arricchire e stimolare gli attori della conversazione. Per fare ciò serve un dialogo improntato all’attenzione per l’altro, alla sua non strumentalizzazione in vista di un fine. L’altro in una conversazione funzionale può essere visto “solo” come mezzo per un arricchimento della coscienza globale. Questa è la sfida della comunicazione contemporanea sul web e fuori da esso, soprattutto per quanto riguarda le aziende, piccole o grandi che siano.

Questo tipo di conversazione è quella che oggi domina le migliaia di tutorial sui più svariati argomenti rintracciabili su Youtube e nelle guide “how to” presenti su migliaia di blog. Il sapere da statico diventa dinamico. Mentre impariamo da qualcuno qualcosa su quello che ci piace stiamo già correndo alla sua velocità verso l’incremento del sapere in quel campo di esperienza. Il confine tra allievo e maestro sfuma sempre più. Allievo e maestro, produttore e consumatore, diventano due pari che si confrontano, si scambiano esperienze e punti di vista per migliorarsi.

La compassione e la condivisione al centro della conversazione.

Il web,  come dice Christopher Locke nel saggio Internet Apocalypso, che accompagnò l’usicta del Cluetrain Manifesto abbatte  i concetti di gerarchia e comando nella comunicazione fra esseri umani.  Secondo me li soppianta con condivisione e comunicazione processuale (intesa come descrizione di processi).

Ma gerarchia e comando sono duri a morire e stanno rientrando nel web e nella comunicazione quotidiana sotto altra forma: quella di ambiguità e manipolazione.

Sul web, per me, non si può più comunicare e partecipare in una conversazione globale che avvolge il mondo attraverso un linguaggio di facciata e povero di contenuti. Un linguaggio che maschera la gerarchia e il comando con l’ autoreferenzialità. Un contenuto che sotto la facciata della guida invita a compiere un’azione. Un contenuto che non è altro che uno spot mascherato, un comando pavloviano dissimulato.

Le persone al centro della conversazione.

Se comando e gerarchia per adeguarsi al mezzo di comunicazione si trasformano in ambiguità e manipolazione il tono, il fine della conversazione non è più l’arricchimento dell’altro. Il comizio del mondo pre-web si trasforma non in un dialogo ma in un insieme di monologhi. Un coro di monologhi sofistici che usano le stesse figure retoriche, i medesimi artifizi comunicativi, ma suonano muti. Tanti monologhi che si innalzano uno sull’altro in nome della libertà di espressione ma non si incontrano mai, non diventano mai una melodia.

Per me il linguaggio che deve essere usato sul web, nella vita di tutti i giorni dagli esseri umani, dalle aziende e dalle istituzioni è un linguaggio diverso. E’ un linguaggio fatto di compassione per l’altro e condivisione con l’altro. Un linguaggio che genera dialoghi tra persone. Solo così si avrà un dialogo tra persone nel senso che io e noi di MindCo diamo a questa parola.

Per noi una PERSONA è chi è capace di intrattenere una conversazione.

La domanda che nasce è come farlo nel migliore dei modi possibile?

Noi di MindCo con i nostri percorsi di Team Building ti aiutiamo a comunicare la meglio con le persone nel mercato e in azienda.

Lettura Consigliata: Il Cluetrain Manifesto di Christopher Locke e David Weinberger

 

 

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